Altro che propaganda UDC, quel accordo è stato parafato dai due Governi, ma noi come al solito subito a firmarlo, mentre dalla parte italiana sembra sia finito in un cassetto in quel di Roma. Ovviamente questa mancata firma italiana ha portato e porta ancora molte conseguenze al nostro Paese. Ad esempio, la fumosa road map che permetteva l'accesso al mercato finanziario italiano da parte di operatori svizzeri.
Ancora una volta siamo stati presi in giro ma non come UDC, bensì come un Paese intero e un Ticino sempre più sommerso dal frontalierato. Dopo la votazione sull'iniziativa UDC del 9 febbraio 2014, (votata dal popolo) ma affossata da Berna, scrissi in un articolo che ben presto saremmo arrivati a 80'000 frontalieri in Ticino e la maggior parte nel terziario. Quanto mai lo scrissi, come altri colleghi: oggi siamo a quasi 70'000 e nell'arco di 2 anni ci arriveremo.
Oltre a dare decine di milioni all'anno, si ha anche il tempo di criticare un partito svizzero di maggioranza e per di più di un Paese straniero. Caro Signor Fermi, una sensibilità la sua fuori dalle righe. Ringrazi piuttosto il Ticino e la Svizzera se in Lombardia avete trovato un nuovo ammortizzatore sociale che vi compensi dall'alta percentuale di disoccupazione.
Noi continueremo a batterci affinché si possa tornare agli anni prima dei bilaterali e prossimamente andremo di nuovo a votare per lo stop a questi sciagurati accordi del primo pacchetto con l'UE.
Nel mentre, il prossimo 10 dicembre mi attiverò, come l'anno scorso, ad inoltrare una ennesima mozione, con la stessa data, che vada dritta al cuore del Governo Ticinese affinché congeli i ristorni 2018 (altre decine di milioni) su un conto della nostra Banca Stato della Repubblica del Cantone Ticino, fin tanto che la sua amata Italia a Roma, Signor Fermi, non firmi l'accordo con la Svizzera datato 2015. Una mancanza vergognosa che si trascina ormai da 4 anni.
Tiziano Galeazzi
Deputato UDC